I trend retail 2023

Il commercio fisico ha superato le sofferenze vissute durante la pandemia e recuperato centralità nei piani di sviluppo dei retailer. Nel 2022 si è registrato un ritorno degli acquisti nei negozi fisici. Nello stesso periodo la priorità dei retailer italiani è stata utilizzare il digitale per recuperare efficienza. Sono due dei principali elementi emersi dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e giunto alla sua nona edizione, in occasione del convegno “Il digitale nel Retail: un cambio di rotta?

Indice

Negozi fisici e investimenti nel digitale

Nell’anno passato il valore delle vendite al dettaglio di prodotto totali (online + offline) ha registrato in Italia una crescita del +4,7% rispetto all’anno precedente (era +4% nel 2021).

Dopo il boom durante la pandemia l’e-commerce continua il suo percorso di evoluzione, seppur in modo più contenuto. Le persone sono tornate a frequentare i negozi fisici, aspetto che porta la penetrazione dell’online sul totale Retail a rimanere stabile e pari all’11%.

Sono rallentate decisamente le chiusure dei punti vendita: sono state 3500 nel 2021, con forti differenze fra i vari settori.

La rete fisica sta attraversando una fase di profonda ristrutturazione per diversi motivi, dall’aumento dei costi alle nuove abitudini e aspettative dei consumatori. Si registra un abbandono delle grandi superfici di vendita (comprese tra 1.500 e 5.000 mq), a fine 2021 -12% rispetto a fine 2020, a favore delle metrature più ridotte, con una presenza più capillare sul territorio. Sono store dotati di soluzioni digitali capaci di migliorare l’esperienza transazionale e relazionale del consumatore, ma anche di supportare l’online. 

Per quanto concerne l’incidenza degli investimenti in digitale non si registrano variazioni rispetto al 2021: è pari al 2,5% del fatturato totale dei retailer. Cambiano, invece, le priorità.

Due i cluster: nel primo ha il sopravvento la paura di investire in un quadro molto incerto a causa dell’inflazione e della guerra in Ucraina. L’altro, minore, vede nel digitale la risposta all’attuale situazione economica”, ha spiegato Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio.

Gli interventi attuati dai retailer sono legati principalmente all’ottimizzazione di alcune attività in negozio. Si investe in etichette smart per gestire in modo dinamico e in tempo reale le variazioni di prezzo e garantire al consumatore la massima trasparenza, e si lavora al contempo all’efficientamento delle attività e dei processi lungo la supply chain.

Per contrastare le criticità nell’approvvigionamento di beni e materie prime vengono potenziati i sistemi di demand, inventory e distribution planning, per effettuare previsioni più accurate della domanda e ottimizzare la gestione dei prodotti, mentre si punta a limitare i costi adottando o consolidando i sistemi di incremento delle performance di magazzino e le soluzioni di tracciamento dei prodotti lungo la filiera. 

Gli obiettivi di medio lungo termine, quelli che dovrebbero guidare i grandi investimenti di innovazione digitale, cambiano continuamente. E’ necessario cambiare la modalità con cui questi investimenti vengono portati avanti. Il processo va trasformato in step intermedi, adottando un approccio lean”, ha spiegato Pontiggia.

Scenario internazionale

La situazione nazionale e internazionale, dalla pandemia alla guerra, fino all’inflazione (+8% nel 2022), sono fattori che hanno limitato gli investimenti da parte dei retailer. Un quadro che al contempo ha favorito i grandi gruppi consolidati rispetto alle società di eCommerce e ai nuovi player innovativi.

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