Radiografia dell’Economia Italiana: Alla Ricerca delle Chiavi di Sviluppo nel Complesso Mosaico dei Conti Aziendali

Ogni trimestre, l’Istat offre uno sguardo dettagliato sull’economia nazionale attraverso le stime di contabilità e analizzando i conti dei settori che costituiscono il tessuto economico del paese. In questo contesto, una parte meno esplorata ma altrettanto cruciale è rappresentata dai conti delle imprese non finanziarie, che forniscono una misura dell’andamento del valore aggiunto, dei redditi da lavoro e del margine lordo delle imprese.

Indice

L' Andamento del Valore Aggiunto Complessivo delle Imprese Produttrici

Nel periodo precedente alla pandemia, le grandezze economiche sono restate fondamentalmente stazionarie, indicando una relativa stabilità.
L’impatto del Covid si è tradotto in una contrazione più pronunciata dei margini delle imprese rispetto ai redditi da lavoro.
Nel periodo successivo al Covid, si è osservata una maggiore dinamicità nei margini delle imprese rispetto ai redditi da lavoro.
Nei primi sei mesi del 2023, i margini e il valore aggiunto hanno subito una contrazione, mentre i redditi hanno continuato a crescere.

Bisogna ricordare che i redditi da lavoro sono a loro volta influenzati da tre grandezze:

  • il numero degli occupati;
  • le ore effettivamente lavorate pro capite;
  • il costo orario del lavoro (retribuzione netta più imposte dirette sul lavoro più contributi sociali.

L’aumento complessivo dei redditi da lavoro sembra dunque dovuto alla crescita dell’occupazione, data la sostanziale stazionarietà delle retribuzioni unitarie.

La Spesa Destinata agli Investimenti in Proporzione al Valore Aggiunto Totale

Il tasso d’investimento non subisce impatti significativi dovuti alla pandemia e mostra addirittura una lieve crescita nel periodo successivo.
La quota dei margini lordi si è amplificata più del tasso d’investimento nel periodo post-Covid.
Nonostante una riduzione della quota nei primi due trimestri del 2023, la spesa per investimenti rimane sorprendentemente resiliente. Nello specifico:

  • sino a tutto il periodo del Covid i redditi da lavoro e gli investimenti fissi lordi hanno avuto dinamiche simili;
  • nel 2022 gli investimenti hanno registrato un’evidente accelerazione che si è invece arrestata nella prima metà di quest’anno;
  • il risultato lordo a cui va sottratta la spesa per investimenti, ha avuto una accellerazione ancora prima della fine del Covid e poi nuovamente alla fine del 2022, per poi ridursi nei primi due trimestri del 2023.

Il Risultato Lordo Ottenuto Sottraendo la Spesa per Investimenti

Prima del Covid, i redditi da lavoro e gli investimenti fissi lordi seguono dinamiche simili.
Nel 2022, gli investimenti registrano un’accelerazione notevole, attenuatasi nei primi due trimestri del 2023, mentre i redditi da lavoro tendono alla stagnazione.
Il risultato lordo, che si ottiene mettendo a confronto questi due valori, mostra come la divergenza fra investimenti e redditi, dopo un’accelerazione avvenuta fra la fine del Covid e la fine del 2022, tenda a ridursi nei primi due trimestri del 2023.

Conclusioni

A questo punto, emerge una domanda critica: proprio come i consumi delle famiglie hanno retto nonostante la contrazione del reddito disponibile, sarà altrettanto valido per la domanda di investimenti delle imprese nonostante la contrazione dei margini lordi? Le risposte a queste domande modelleranno il futuro prossimo del Pil italiano, delineando se la recente flessione della seconda parte dell’anno sarà di breve durata o persistente nel tempo.

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