Chiunque si appresti al commercio elettronico con l’intenzione di aprire un proprio e-commerce entra inevitabilmente in contatto con la figura del consulente e-commerce, una figura che può risultare decisiva per dare la svolta al proprio business online.
Il lavoro di un consulente e-commerce è quello di aiutare le aziende, in particolar modo, le PMI nella gestione del proprio e-commerce. Tuttavia, la consulenza e-commerce non è una mera gestione della piattaforma e-commerce, ma un vero e proprio supporto che, tra i vari compiti, conta la gestione del sito. Fare consulenza e-commerce, infatti, vuol dire anche occuparsi della strategia di promozione sui motori di ricerca e sui social network, elaborare piani editoriali in maniera opportuna e conforme a quelle che sono le richieste di ciascun social network, scrivere contenuti ottimizzandoli per i motori di ricerca, occuparsi dell’intera parte strategica a partire dalla grafica sino alle forme di marketing diretto.
Tuttavia, in generale, il consulente e-commerce è colui che accompagna le aziende nelle pratiche di controllo di quanto stanno facendo online.
Gli inconvenienti da evitare se si è un consulente e-commerce.
Per quanto il lavoro di un consulente e-commerce possa essere divertente, dinamico e mai uguale, è necessario stare attenti per evitare alcuni inconvenienti che potrebbero rendere complesso il proprio lavoro. Questi errori sono comunemente commessi da quei business che non prevedono nel loro organico la figura del consulente e-commerce, errori che con un minimo di attenzione è bene evitare.
La mia esperienza da consulente e-commerce è iniziata più di venti anni fa e tra i tanti progetti a cui ho avuto modo di collaborare mi è capitato di incorrere in alcuni inconvenienti a cui è meglio prestare attenzione, soprattutto per quanto riguarda le stipule di contratto.
In particolare, durante questa mia esperienza ho avuto modo di controllare due preventivi e voglio condividere con voi alcuni estratti, in modo che possiate capire a cosa fare attenzione prima della firma di un contratto e perché è meglio effettuare una consulenza e-commerce con un esperto nel settore:
- Mi è capitato di notare, .a fine contratto, sotto il costo della realizzazione del sito, la scritta “1500: euro (barrato) creazione pagine sui principali social e creazione di campagne di coinvolgimento degli iscritti”.
- Tale dicitura vorrebbe dire che tale piano prevede l’offerta, in forma gratuita, della realizzazione di campagne web e di pagine social che, normalmente, costerebbero €1500. In aggiunta, non viene specificato quali social network, né l’utenza a cui tale offerta si intende rivolgere. Di fronte allo sgomento di tale situazione porgo delle domande per capire la situazione, ma la risposta mi lascia ancora più interdetto della questione: “tutti sono sui social, quindi dobbiamo esserci anche noi!”, il perché, il come e i risultati previsti non era dato saperlo.
In un’altra situazione ho letto
- Ottimizzazione SEO €2000”, una cifra ben più alta rispetto al normale preventivo. Letta la stima mi chiedo: “se non viene pagata tale cifra cosa succederà? Il sito non verrà indicizzato? Verranno inseriti gli attributi ‘noindex’, ‘nofollow’? Se, invece, viene pagata come verrà investita tale somma? Con quale strategia? Come verranno monitorati i risultati? L’unica risposta certa è che una agenzia che non ha un background teorico e pratico sul mondo SEO, senza alcuna consulenza e-commerce, né con l’aiuto di un consulente e-commerce è destinata a spendere (male) dei fondi che potevano essere meglio destinati.
- “Creazione di campagne PPC su Google per generare traffico, un nuovo account su AdWords e annunci: €600. Avvio della campagna: €100. Spese future a carico dell’e-commerce”. I problemi di questo annuncio sono molteplici: in primis, un’azienda Google Partner ha un buono di €100 da spendere per i nuovi clienti, dunque, i €600 richiesti per preparare per le campagne non verranno usati, poiché per le campagne verrà sfruttato il buono da €100; inoltre, nel contratto non viene fatto alcuna menzione alla possibilità di ottenere l’accesso ad AdWords, né a Google Analytics, ma viene riferito che, una volta al mese, verrà inviato via mail un report sull’andamento delle campagne e del traffico sul sito, tuttavia, come da me segnalato durante una consulenza e-commerce alle aziende, Google Analytics permette di impostare l’invio a una lista impostata manualmente di mail dei report completi, dunque, ciò che viene spacciato come attività offerta in esclusiva, è in realtà una funzione già prevista da Google, un po’ come i €100 per la realizzazione di campagne della situazione precedente. Piuttosto, ciò che si potrebbe fare è sottoscrivere un contratto con una web agency come la mia, con cui si ha un esperto SEO a disposizione per ogni tipo di consulenza e di aiuto nell’analisi dei dati.
- “La gestione della newsletter mensile verso tutti gli iscritti al sito è compresa nel prezzo. La newsletter dovrà essere corredata da una griglia preimpostata e non modificabile con un numero definito di immagini e una definita quantità di testo. La creazione della newsletter è a solo carico del cliente e avverrà tramite apposito editor (per il quale sarà offerta una preparazione di due ore), in modo tale da personalizzarla autonomamente. L’invio avverrà tramite la piattaforma di e-mail marketing MailChimp”. Dunque, di cosa si occuperà la web agency? La web agency si occuperà di mettere a disposizione il sistema di invio. In realtà, come da me chiarito durante una consulenza e-commerce, la maggior parte degli e-mail provider, nonché dei sistemi di invio della newsletter, sono gratuiti per un numero stabilito di e-mail da gestire mensilmente; dunque, un nuovo e-commerce senza iscritti, non avrà alcun problema con le limitazioni, pertanto, la web agency sta offrendo a costo zero qualcosa che è gratuita di base. L’unico regalo saranno le due ore di formazione per l’editor delle e-mail.
Considerazioni finali
Detto ciò, riportati alcuni esempi di contratti da me letti durante i miei anni di professione, senza il mio aiuto di consulente e-commerce i risultati sarebbero stati due:
- L’azienda non sarebbe partita con alcun progetto e-commerce = fallimento
- L’azienda sarebbe partita con un progetto e-commerce spendendo male il proprio budget, senza assicurazione sulla quantità né sulla qualità dei risultati.
Eccovi spiegato, con casi reali, l’importanza del lavoro del consulente e-commerce.
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Scritto da:
Dario Tana
- Pubblicato il: Aprile 28, 2015